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Voxia communication SA: Un anno dopo la notifica della sentenza del Tribunale penale federale (TPF) in una delle cause più grandi della storia giudiziaria, il caso MUS
Un anno dopo la notifica della sentenza del Tribunale penale federale (TPF) Friburgo, il 4 giugno 2015. Esattamente un anno fa, il 4 giugno 2014, il TPF di Bellinzona inviava alle persone implicate la motivazione scritta della sentenza pronunciata nell’ottobre 2013, con la quale aveva deciso di inviare in prigione, per motivi infondati, un gruppo di 5 ex aziosti della società ceca MUS – il 2 produttore di carbon fossile in Repubblica Ceca – nonché l’ex direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Inoltre, il TPF aveva deciso che gli imputati dovessero pagare alla Svizzera un risarcimento di oltre 700 milioni di franchi e confiscato più di 600 milioni di franchi. Tale somma rappresenta la multa più alta mai inflitta dalla giustizia svizzera, cosa che, unita a un fascicolo di ben 140.000 pagine fa di questa causa il più grande caso giudiziario mai trattato nel nostro paese. Tutti gli imputati hanno fatto appello presso la più alta istanza svizzera, il Tribunale Federale di Losanna. Sebbene il TPF di Bellinzona abbia impiegato pressoché anno per l’elaborazione della propria sentenza di quasi 600 pagine (altro record in Svizzera), gli appellanti potuto disporre di appena 30 giorni per presentare il corso. I cinque ex azionisti, che non parlavano francese, avevano sollecitato il TPF affinché la motivazione della sentenza fosse anche tradotta in lingua ceca, come era stato il caso per l’Atto di accusa del Ministero Pubblico della Confederazione (MPC). Questa richiesta non è stata accolta. Tale rifiuto ha considerevolmente eroso il poco tempo a disposizione della difesa per presentare ricorso (30 giorni), poiché è stato necessario, in parallelo, far tradurre le 591 pagine della sentenza! «Anche dopo diversi giorni dalla consegna della sentenza, non sapevo perché il tribunale mi avesse condannato. Ho la facoltà di appellarmi contro la sentenza di primo grado con solo 30 giorni di tempo e in francese, lingua che non parlo. Con il mio avvocato comunichiamo in inglese. In tempi normali, lo studio di un simile documento richiederebbe diverse settimane, anche con l’assistenza di un team di legali qualificati. Qui, non era possibile farlo per mancanza di tempo. Dopo un processo condotto in modo più che discutibile a Bellinzona, siamo stati ancora una volta posti in una situazione discriminatoria», considera Petr Kraus, uno dei cinque imprenditori che oggi si considerano tutti condannati a torto dalla giustizia svizzera. Vi è effettivamente luogo di interrogarsi sui motivi che hanno spinto il TPF a giudicare dei cittadini cechi per atti che sono avvenuti esclusivamente in Repubblica Ceca quindici anni prima, senza predere in considerazione lo specifico contesto (politico ed economico) di quel periodo chiave della storia del paese, e senza nemmeno interpellare degli esperti dell’ordinamento giuridico ceco. Nel loro ricorso, tutti gli imputati hanno anche rilevato una lista delle numerose violazioni del diritto a un processo equo e alle garanzie minime di procedura commesse prima dal MPC, poi dal TPF di Bellinzona. Quest’ultimo si è persino spinto a rifiutare la proposta di uno dei giudici della Corte di sentire dei testimoni importanti, e completare un fascicolo che, nonostante le sue decine di migliaia di pagine, gli sembrava incompleto per pronunciare una condanna! «Sono costernato del fatto che la giustizia svizzera cerchi di condannarmi alla pena detentiva e a pagare una multa di 250 milioni con una sentenza fondata su elementi incomprensibili. Ho sentito dire dal giudice che avrei ingannato il nostro governo. Eppure, il ministro delle finanze dell’epoca aveva allora firmato una dichiarazione giurata in cui affermava che le circostanze dell’acquisto di MUS, che oggi siamo accusati di aver nascosto al governo, erano ufficialmente note. Ne aveva addirittura parlato pubblicamente davanti a una sessione del Parlamento ceco», dichiara Marek Čmejla, un altro imputato, a proposito della decisione del TPF, dicendosi anche scioccato dalla mancanza di professionalità e obiettività dimostrata dal MPC e dal TPF di Bellinzona in questo affare. Il caso è ormai nelle mani della Corte penale del Tribunale federale di Losanna che dovrà trattare i ricorsi dei cinque imprenditori cechi e dell’ex direttore del FMI e pronunciarsi sulle diverse violazioni delle regole procedurali elementari commesse prima e durante il processo a Bellinzona, oltre che sulla questione di sapere come queste persone possano essere tacciate di aver ingannato tutto un governo straniero, mentre la maggior parte dei suoi membri dell’epoca hanno dichiarato, in sede di inchiesta, che questo non era vero. Per gli imputati: Jean-Luc Maradan, avvocato Traduzione dal francese Per qualsiasi informazione complementare: Rohan Sant Fine Corporate News +++++ Materiale supplementare per il messaggio: Documento: http://n.equitystory.com/c/fncls.ssp?u=SPUCYYNQTD Titolo del documento: Voxia Italian Editore: Voxia communication SA Parola (s): Diritto 2015-06-04 Questo comunicato stampa si è trasmesso dal EQS Schweiz AG. www.eqs.com – archivio: http://switzerland.eqs.com/de/News L’editore è responsabile del contenuto del comunicato. |
365417 2015-06-04 |